Complicato sintetizzare le argomentazioni aperte sulla Lega in vista dei Playoffs 2015... Ci proviamo, come sempre. Innanzitutto, la "diatriba" relativa al giusto e meritevole Mvp dell'anno: storicamente, è scelto e votato in base ai criteri di successo e classifica di squadra, leadership, statistiche personali e, non ultime, in relazione alle vicissitudini varie nell'ambiente interno ed esterno allo spogliatoio...in breve , ci vuole anche....culo! Dosi di fortuna per...infortuni, incidenti, scandali privati e non. Secondo queste"condizioni" preesistenti ed in corso, nessuno, proprio nessuno, né "barba" Harden, né il povero Westbrook, né tantomeno Re LeBron, o il talento indiscutibile di Davis, col senno di poi, ha goduto ed espresso il meglio del proprio potenziale, esplodendo letteralmente in campo e fuori, come l'incredibile point-guard del team più vincente del Campionato, che risponde al nome di Steph, Stephen Curry! Un fenomeno.
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Quest’anno, il sottoscritto ha deciso di non cavalcare l’onda degli “eventi speciali” bensì, essendo poco estimatore dei vari “social” come FB, Twitter e così via, molto poco credibili, di affidarsi ad intuito ed esperienza…Inoltre, partendo appunto dal fatto che se un’opinione, viene divulgata da milioni di persone sullo stesso argomento, quest’ultimo si svuota completamente di significato, appiattendo e rendendo generico l’apporto di ognuno, io esplico le mie idee attraverso ben definiti siti e, semmai, testi scritti pubblicabili alla massa, dove poi il singolo soggetto sceglie o…rifiuta di riconoscere.
 Nel 2005, la Nba elesse“MostValuable Player” un tizio di neanche 1 metro e ottantotto, con i capelli lunghi e l’aria da libero anarchico, con il “look” di un “rocker” e più facilmente riconoscibile in un “rave party” sulla costa californiana, con un bicchiere di birra irlandese in mano, piuttosto che nel ruolo di “point-man” sui parquet della Lega più complicata del globo terrestre… Inoltre, un tal genere di onore, non veniva concesso dai potenti dirigenti della Lega medesima, in un’ottica storica, funzionale e meritocratica, dai tempi di, udite, udite, un certo…Bob Cousy nientepopodimeno, oggi (vivo e vegeto) allegro ultra-ottuagenario! Anche Dan Peterson, il nostro “ispiratore”, dimenticò un giorno questo aspetto, laddove invece, “il maestro” Aldo Giordani lo ricordava in continuazione sulle pagine del primo, indimenticabile “Superbasket”!
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Sono convinto che la nuova stagione, rappresenti indubbiamente una svolta epocale, storica, per la nostra adorata NBA! La presentazione delle franchigie, il trasferimento “biblico” del “giocatore-simbolo” della Lega, lo spostamento polare dei potenziali “poteri” tecnici, i nuovi coach (i vari Blatt, Kerr, Hornacek, e così via…), le prime “performances” sul campo, da Marc Gasol a Anthony Davis (!)…nuovi e sorprendenti teams al vertice, come Memphis, Warriors e Raptors (??), perfino l’atmosfera che si percepisce…dicono tutte: Svolta!!! E non solo tecnica!
 “Go Home!” In deroga alle nostre abitudini, dobbiamo rituffarci, anche solo per un istante, nelle acque torbide e movimentate della quotidiana “cronaca-Nba”… A sorpresa, LeBron James, “agente-libero” di Miami, ha deciso, dopo un consulto con “le varie parti” breve ed intenso, in quel di Las Vegas: “E’ ora…torno a casa!” Potrebbe essere scontato, ma in realtà non lo è…affatto! A me personalmente concede una opportunità irripetibile! Dopo essermi “perso” il mitico Julius “Doctor J” Erving negli anni ’80, a causa della mia precoce età, Michael “Air” Jordan nei ’90, perché troppo preso da questioni professionali e famigliari, adesso non posso più esimermi… LBJ mi chiama: “Giamp, sono qui, vieni?” Ho parenti e cari amici, ad Akron e Toronto…per cui!
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